Il triage MARCH è un metodo semplice e rapido per riconoscere chi, in caso di grandi eventi, deve essere soccorso tempestivamente e con priorità rispetto alle altre vittime
TRIAGE
Anche i non addetti ai lavori hanno imparato ad utilizzare questo termine durante la pandemia.
Chi si occupa di soccorso invece con il triage ci convive ogni giorno, ben prima di qualsiasi tipo di quarantena.
TRIAGE è un termine francese e vuol dire “scelta”.
Nell’ambito del soccorso si utilizza per decidere l’ordine di trattamento di un ferito. Ovvero chi deve essere soccorso per primo e chi invece può essere soccorso in maniera differita, un po’ più tardi, poichè le sue condizioni non presentano un pericolo per la sua vita.
TRIAGE: NON TUTTI POSSONO ESSERE SALVATI
Questa prima informazione ci fa capire intanto che ci troviamo in una condizione in cui non possiamo soccorrere tutti contemporaneamente, e che le vittime coinvolte sono in numero maggiore rispetto ai soccorsi.
In caso di grandi eventi, duro da digerire, ma chi fa soccorso lo sa, capita che non sia possibile salvare tutti, e l’obiettivo diventa salvare il maggior numero di vite possibile.
Una situazione del genere si può verificare ad esempio in caso di attentato terroristico, dove ci sono molte vittime coinvolte, e i primi soccorsi sono dati dalle persone presenti sul luogo dell’attentato, che sono rimaste illese e prestano i primi soccorsi. E qui nascono 3 domande:
Chi soccorro per prima?
Come faccio a decidere?
Come posso soccorrere?
Le domande sono 3, la risposta è 1: applico il triage MARCH
TRIAGE MARCH
Il triage MARCH è uno dei pilastri del TCCC (Tactical Combat Casualty Care), che sono le linee guida militari degli Stati Uniti per il supporto vitale in causa di trauma in ambiente extra ospedaliero in contesti militari o tattici, il cui obiettivo è ridurre le morti evitabili e contestualmente portare a termine le operazioni militari con successo.
Quello che avete appena letto è il motivo per cui è nato il triage MARCH.
Col tempo si è visto che poteva essere applicato anche in contesti diversi da quelli militari, come ad esempio gli attentati terroristici, dove a causa del tipo di lesioni generate, le possibilità di decesso sono alte ma sono anche elevate le morti evitabili

TRIAGE MARCH: l’acronimo
Le lettere indicano cosa andiamo a verificare e l’ordine in cui lo facciamo. Partendo dalla M, passando alla A fino all’H. Il significato delle 5 lettere (dall’inglese):
- M – Massive Hemorrage
- A – Airway
- R – Respiration
- C – Circulation
- H – Hypotermia/head Injury
Secondo questo protocollo le azioni da fare sono:
- M: controllare la presenza di emorragie esterne potenzialmente letali ed eventualmente intervenire effettuando una pressione diretta sul punto della ferita, utilizzando un tourniquet, o una benda israeliana o tutte le procedure del nostro corso sul controllo delle emorragie che trovi qui.
- A: controllo e apertura delle vie aeree con iperestensione del capo e utilizzo di una cannula nasofaringea
- R: verificare ce si sono ferite perforanti al torace che non permettono la corretta espansione del polmone o rendono difficile la respirazione (es. Pneumotorace). Ove possibile utilizzare dei bendaggi con valvola unidirezionale o medicazione chiusa su tre lati
- C: verificare la presenza di shock, aumento del battito cardiaco, frequenza del respiro, ansia, disorientamento, colorito, refill capillare.
- H: prevenire l’ipotermia, mantenendo il corpo al caldo magari utilizzando un telino termico.
TRIAGE MARCH: basta possedere in IFAK
Leggendo tutto quello che vi abbiamo appena descritto potreste pensare che serva un’ambulanza di supporto. In realtà tutto quello che vi serve è un IFAK: Individual First Aid Kit, che non è altro che un piccolo borsello/cosciale dove potete inserire tutto quello che puo servirvi per soccorrere seguendo questo il protocollo del triage MARCH
Presto scriveremo un articolo anche su come costruire questo IFAK. Voi nel frattempo continuate a seguirci e iscrivetevi alla newsletter per restare aggiornati.
