Telemedicina e Covid 19

Riportiamo di seguito il 18° comunicato della presidenza @itim (Associazione Italiana di Telemedicina e Informatica Medica) su Covid-19, nuova ondata e attivazione di servizi di telemedicina.

Vi ricordiamo inoltre che in data 6-7 Novembre, in modalità Webinar ibrido (presenza e virtuale) si terrà il nono workhop nazionale “Intelligenza Artificiale, NeuroRobotica, BCI, NeuroRiabilitazione  e Teleneurologia” e relativa call per i seminari nazionali FIM e NeuroInformatica 2020.
Per ulteriori Info e modalità di partecipazione, contattare: segreteria@iitm.eu

Grazie al Prof. Francesco Sicurello, presidente @itim per la condivisione di questo interessante documento.

18° comunicato @itim, 28 Settembre 2020

Con le ferie e le vacanze estive forse ci siamo lasciati andare un pò nell’attenzione alla circolazione del Covid-19 rischiando anche in Italia una seconda ondata. La pandemia ormai colpisce tantissimi paesi nel mondo (in modo particolare USA, Brasile e vari paesi sudamericani, India, Russia, Sud Africa, ecc.) e sta ritornando in modo grave (con una certa sorpresa degli esperti internazionali e nostrani che ormai parlano al seguito di questo o quel politico per poi posizionarsi come assessori, consulenti, ecc. alla faccia dell’indipendenza della scienza!) in particolare in Israele e in diversi paesi europei come Regno Unito, Spagna, Francia, ecc. I positivi al virus crescono in modo esponenziale passando in un mese e mezzo da 20 milioni (10 agosto) agli oltre 33 milioni di oggi (5 milioni sottostimati ogni 15-20 giorni!). In questo stesso periodo di agosto-settembre a livello globale i morti, con più di 1000 decessi in un giorno, sono passati da 700000 ad un milione (anche questi probabilmente sottostimati).

Preoccupante è la situazione dei paesi Europei (oltre 5 milioni e mezzo di contagiati) con un forte aumento dei contagi specialmente in Spagna arrivati oggi ad oltre 700000, UK con oltre 400000, Francia con oltre 500000, Germania con oltre 250000, Italia con oltre 300000, ecc. In alcuni di questi paesi non si escludono nuovi lockdown locali o più vasti.

Sembra di essere ritornati ai mesi di marzo e aprile quando in Spagna, Inghilterra e forse anche da noi nei momenti di picco epidemico i sanitari erano costretti, per la carenza di posti in terapia intensiva, a scegliere chi ricoverare o meno in rianimazione. In vari ospedali di Marsiglia dei medici dicono che non possono più gestire pazienti Covid a scapito degli altri malati (oncologici, cardiopatici, ecc.) che necessitano di terapie appropriate ed interventi chirurgici e quindi anche di rianimazione e terapia intensiva.

E, come nei primi mesi dell’era Covid-19 (pare ritardata dagli ultimi mesi del 2019 al 2020 per gravi carenze informative della Cina e della stessa OMS), si potrebbe arrivare forse ad un passo dal collasso dei sistemi sanitari nazionali e regionali, specialmente quelli centrati su ospedali ma carenti di medicina comunitaria e territoriale. E ritorniamo all’inizio di questa tragedia quando, come associazione @itim, abbiamo subito detto che in questa pandemia, come in tutte le emergenze e sorveglianze epidemiologiche, il problema sia la prevenzione ed il monitoraggio della malattia ovvero controllare la diffusione del virus e l’aggravamento dei pazienti colpiti e a rischio di coronavirus, come anziani e disabili con patologie croniche.

Si va dicendo che ora siamo più preparati (anche se qualcuno ancora è del parere che il virus ha perso la sua carica in quanto non si vedono malati in terapia intensiva, come se dovessero tutti aggravarsi!), ma non essendoci una cura efficace ed ancora un vaccino sicuro l’unica cura è la riduzione drastica del rischio che è dato dai contatti interpersonali. Per cui mascherine, distanziamento fisico, igiene e tracciamento, per evitare nuovi lockdown generalizzati, sono le condizioni necessarie anche se non sufficienti a circoscrivere l’epidemia. E le persone contagiate (asintomatiche e non) e i malati di Covid devono essere curati e controllati. E ciò si può fare rafforzando le strutture ospedaliere e soprattutto quelle sanitarie della medicina di base e dell’assistenza domiciliare, ricorrendo ed aumentando sempre più l’uso delle reti telematiche, dei sistemi digitali e dei servizi di telemedicina. Solo così si può fronteggiare il virus ed assistere meglio i pazienti Covid: occorre distinguere e differenziare la diagnosi grazie a televisite e telemonitoraggi, anche domiciliari, di parametri clinici come febbre, temperatura, SpO2, peso, ecc.

Questi sistemi e servizi di teleassistenza sanitaria, ora più che mai, devono particolarmente finanziati ed entrare a regime come parti integranti di una Sanità riorganizzata e coordinata a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale in particolare europeo.

Solo così si può avere un vero sistema sanitario integrato a rete con vari livelli di assistenza, diagnosi, cura e riabilitazione ed i pazienti possono essere così assistiti bene in base anche al livello di gravità del rischio Covid. Cioè differenziando meglio i pazienti lievi e medio gravi da quelli più gravi, in modo da fornire le terapie idonee in ambulatorio, in reparto ma anche a casa dove si possono assistere e curare i primi ed invece ricoverare i secondi. In tal modo si potrebbe ridurre l’ospedalizzazione e la pressione sulle terapie intensive. Che resta il problema principale di una eventuale nuova ondata di contagi anche per l’arrivo dell’influenza invernale (l’R0 ora è ancora sotto 1 e se dovesse aumentare di molto, nonostante l’aumentato numero di terapie intensive, il sistema non sarebbe in grado di far fronte al numero di malati).

Quindi telemedicina, telemonitoraggio e saturimetri a casa dei malati e così, oggi più preparati e consapevoli di ieri, possiamo contribuire a contenere gli effetti nefasti della pandemia.

Ciò, con alcuni colleghi, l’abbiamo scritto a marzo in un contributo pubblicato sul British Journal of Medicine e lo ribadiamo ancora oggi con questo paper sulla rivista

Journal of Global Health (Q1 in Health Poplicy e 2,3 IF),

di cui al seguente link:

http://www.jogh.org/documents/issue202002/jogh-10-020371_AU.pdf

Cari saluti

Francesco Sicurello (presidente @itim/iitm)

Dr. Giovanni Dipietro
Dr. Giovanni Dipietro

Direttore GOODFOR LAB

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