Perchè i manichini per le esercitazioni hanno quella faccia lì?

I MANICHINI BLSD E PRIMO SOCCORSO HANNO SEMPRE LA STESSO VOLTO. PERCHÈ?

A molti di voi sarà capitato almeno una volta di utilizzare o anche soltanto guardare un manichino di quelli utilizzati per esercitarsi nelle tecniche di rianimazione o nei corsi di BLSD.

A noi ovviamente capita molto spesso. Ci si potrebbe chiedere “perchè a quei manichini hanno dato un volto?”. Alla fine sono soltanto dei pupazzi di plastica su cui la gente si deve esercitare, premendo sul petto, sollevandoli e girandoli. A che serve dargli un volto se sono soltanto grossi pezzi di plastica senz’anima.
E qui sta l’errore. Perchè si sono di plastica, ma un’anima in realtà ce l’hanno.

C’È UN MOTIVO SE I MANICHINI DI PRIMO SOCCORSO HANNO QUEL VOLTO Lì!

La ragazza della Senna.

Era il 1880, siamo a Parigi, e dalle fredde acque della Senna viene estratto il corpo esanime di una ragazza. Il suo corpo non ha segni di violenza e si ritenne che la giovane donna si sia suicidata.

senna

La cosa che colpì non fu il tentato suicidio, ma che tutti rimasero colpiti dalla bellezza del suo volto e dall’espressione che aveva conservato, un leggero sorriso che molti paragonarono a quello della monna lisa.

L’identità della donna era ignota, e come da prassi ne venne fatto un calco, in modo da poterlo mostrare se qualcuno ne avesse denunciato la sua scomparsa.Il corpo venne esposto nella speranza che qualcuno riconoscendola avesse potuto darle un nome e successivamente degna sepoltura.
La storia della fanciulla attirò nei giorni successive centinaia di curiosi, tra cui poeti e artisti di ogni tipo che restavano affascinati dalla bellezza di quel volto sorridente, e scrissero e raccontavano di lei.

 Il signor Laerdal

Nel 1958, cento anni dopo, un medico austriaco mette a punto delle innovative tecniche di rianimazione alquanto complesse che necessitano di pratica per essere perfezionate, ed entra così in contatto con  il sig. Asmund Leardal di Stavanger, Norvegia, commissionandogli un manichino su cui addestrarsi.persona che cura ferita al braccio di un'altra persona
Il signor Laerdal fabbricava giocattoli e sopratutto bambole, e nel corso degli anni si era perfezionato nel dettaglio dei volti delle sue opere, e credeva che utilizzando un manichino di dimensioni naturali e il più vicino possibile alla realtà, gli studenti sarebbero stati più motivati ad apprendere le nuove tecniche.

Laerdal conosceva la storia della fanciulla trovata morta a Parigi quasi 100 anni prima e decise che il suo manichino avrebbe avuto le sue fattezze.
Laerdal diede al suo manichino un nome, Anne, di fantasia, e un volto, quello della ragazza della Senna, reale.

Da quel giorno migliaia di persone si sono esercitati e continuano a farlo, utilizzando il manichino Anne.

E il suo volto da un ‘anima a quel corpo di plastica,  e un significato a quel sorriso.
Il sorriso di chi sa che a perso la propria vita, ma che sta insegnando a tante persone come salvarne altre.

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